La mattina di venerdì 17 aprile 2015 il prof. Francesco Galvani era atteso a scuola, alla sua scuola, il Liceo Scientifico “Antonio Roiti” di Ferrara. Ma quella mattina il professor Galvani non arrivò, e non vi arrivò mai più. Avrebbe già dovuto essere in pensione, ma i mandanti della signora Mater Lacrimarum avevano deciso diversamente per lui e per milioni di altre vittime da macellare senza pietà. Un giorno, entrando nell’aula che era stata della sua quinta di quell’anno, vi trovai attaccata ad un termosifone una toccante lettera scritta dai suoi studenti. Decisi di fotografarla e di condividerla con i colleghi. Ho pensato però fosse giusto ne rimanesse anche una traccia pubblica in rete.
Ed eccola, quindi.
Ferrara, 18 aprile 2015
Caro professore,
è da poco che ci ha lasciati ma già sentiamo la sua mancanza. Ci piacerebbe ancora entrare in classe e trovarla lì ad aspettarci con la sua valigetta e il suo orologio da taschino.
Trovandoci in questa situazione dolorosa, abbiamo provato sulla nostra pelle che i rapporti umani hanno un valore che va al di là dei compiti in classe, delle interrogazioni e dell’esame. Con il suo fare diligente e il suo modo professionale di rapportarsi è riuscito a trasmetterci quei valori per cui noi ci ricorderemo sempre di lei. Non è stato solo un esempio di professore, ma soprattutto di uomo giusto ed equilibrato.
Ha sempre fatto di tutto per noi ragazzi, aiutandoci e mostrandoci una disponibilità infinita, proprio per questo le saremo sempre riconoscenti. Ed è così che vogliamo ricordarci di lei, come un giovane boy scout che, sulla riva del fiume, non ha avuto paura nemmeno di trovarsi di fronte a un orso. Con lo stesso coraggio ci promettiamo di affrontare, anche per lei, l’esame di maturità e tutte le prove future.
Lei ci faceva sentire importanti, credeva in noi e nelle nostre capacità, non solo come studenti, ma anche come persone e ci ha sempre dato la forza di andare avanti. L’infinita gratitudine che avremo per sempre verso di lei non è nulla in confronto a tutto ciò, ma gliela dimostreremo mettendoci in gioco con “calma e gesso”, come lei ci ha insegnato sin da subito. Il modo in cui faceva notare i nostri errori non ci ha mai buttati giù, anzi ci spingeva a dare sempre il meglio.
Ci ha insegnato ad essere pronti alla vita, come quando ci diceva “mi sento come un soldato in trincea che lotta per salvare questo paese”. Ed è con questa immagine impressa nei nostri cuori che lasceremo questa scuola.
È stato un onore averla tra noi.
Grazie di tutto, professore.
I suoi broccoletti

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Targa dedicata a Francesco Galvani |
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Laboratorio di Fisica presso la sede del Liceo Roiti |
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